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SPAZIO E TEMPO una visione relativistica

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Esclusiva di Emiliagol

SPAZIO E TEMPO

(una visione relativistica)

 

Cosa ci dice la figura qui sopra? Niente ovvio, ma per iniziare secondo consuetudine tra il serio ed il faceto possiamo identificare la linea rossa come una traiettoria palla lunga e pedalare, ma siamo seri e cominciamo.

So bene che sull’argomento qualcuno ci ha portato a casa un Nobel ed io al massimo concorrerò per un bel tapiro, questo va detto per sgombrare subito il campo da equivoci, come sempre l’intento primario è stato quello di scrivere qualcosa spero di interesse ed in modo diverso e non banale, poi il divertimento è stato proprio quello di riuscire a trattare l’argomento usando metafore e trovando similitudini con l’altro “campo”, il tutto senza alcuna velleità di trattarne in alcun modo i contenuti scientifici.

Spazio e tempo sono innanzitutto due concetti che come per altri, l’uomo ha codificato allo scopo di avere un linguaggio comune al fine del loro utilizzo pratico, nel calcio tuttavia trattare l’argomento vuole dire parlare di una delle capacità coordinative speciali, cioè della capacità di orientamento o più precisamente di orientamento spazio temporale.

Detta qualità in sintesi è definita come la capacità di organizzare il nostro movimento nello spazio e nel tempo, appena un po’ più approfonditamente relazionandosi e rapportandosi con uno spazio circostante definito (il campo) e con tutto quello in esso contenuto (compagni, avversari e palla).

Risulta superfluo sottolineare che tutto quanto, campo escluso ovviamente, è in movimento a differenti velocità e traiettorie e pertanto vista la dinamica situazionale del gioco, occorre riuscire a percepire ed elaborare senza soluzione di continuità tutte le variazioni, adeguando e rideterminando di continuo la nostra posizione nello spazio in riferimento alle situazioni che si andranno via via creando nell’evolversi del gioco stesso.

Come ben vedete esiste un rapporto diretto ed indissolubile tra movimento umano e sistema nervoso (ricezione ed elaborazione degli stimoli). 

Possiamo allora provare ad esemplificare il tutto con detti ed esempi credo di uso comune, del tipo che il tal giocatore ha il senso della posizione (es. Paulo Roberto Falcao), l’attaccante tizio ha il fiuto del goal (es. Inzaghi) oppure caio gioca una infinità di palloni (es. Pirlo), ciò è permesso e si ottiene anche grazie alla capacità di orientamento spazio-temporale soddisfacendo appieno al detto che un giocatore fermo non serve a niente (o comunque a poco).

E ancora, non siamo soliti usare frasi come gestione dello spazio, tempo di gioco o dell’intervento, limitare spazio e tempo agli avversari, non ha trovato la posizione in campo, gli ha rubato il tempo, gli ha chiuso lo spazio eccetera eccetera, o no?

Detto già che spazio e tempo sono stati codificati dall’uomo e perchè, occorre aggiungere che il loro significato scientifico è stato più’ volte modificato nel corso della storia. Per la fisica classica (Newton), i concetti di spazio e di tempo erano considerati assoluti e ritenute due entità distinte, questo fino a che Albert Einstein non pubblicò un suo lavoro destinato a sconvolgere la fisica del XX secolo e che passò alla storia come la Teoria della Relatività.

(Ribadisco che non è mia ambizione sconvolgere alcunchè)

In sintesi (o meglio per quel poco che ne posso capire) per Einstein i concetti di spazio e di tempo non vengono più considerati assoluti e indipendenti ma relativi! Formano cioè una unica entità dipendente e relativa rispetto a chi la osserva.

In calcistichese potremmo tradurre in modo semplice che ciò che per me è vicino per un mio compagno è lontano o meglio ancora che ciò che per me è davanti per altri è a sinistra e così via. 

A tutt’oggi per la fisica moderna con spazio/tempo si intende la struttura quadrimensionale dell’universo, tre dimensioni spaziali lunghezza, larghezza e profondità ed una temporale, come vedete se chiudiamo un occhio e non valutiamo che in essa il moto è uniforme e la velocità costante, con un piccolo modesto sforzo l’attinenza calcistica c’è, lunghezza e larghezza del campo, le traiettorie da considerare come la terza dimensione spaziale e il comune elemento temporale.

Dato che tutti i riferimenti calcistici sono o dovrebbero essere in movimento, spazio e tempo variano dunque anche in funzione del punto di osservazione e dalla velocità e dalla traiettoria con la quale si muovono gli osservatori stessi. La visione relativistica rende pertanto tutto percepibile in modo differente (relativo) a osservatori diversi in condizioni diverse.

In conclusione, alleniamo i nostri schemi e prepariamo le nostre tattiche, ma dobbiamo essere consapevoli che tanto ……. “E’ TUTTO RELATIVO”.

 

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  • spazio tempo calcio
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  Scritto da Mister Paolo Pescatori il 10/07/2014
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